Regole per scrivere un libro – 3: il Contratto
I miei consigli sulla scrittura: terzo capitolo delle regole per scrivere un libro.
Sempre partendo dal presupposto che non ci sono regole (per scrivere un libro) eccoci arrivati alla Regola Numero Tre: se davvero volete scrivere, dovete stipulare un contratto con voi stessi, per renderlo possibile.
Triste ma vero: se non vi mettete alla scrivania (o quello che è) non scriverete. Dovrei, scriverei, scriverò, quando avrò tempo…
Non funziona così.
Regole per scrivere un libro: l’inizio dell’inizio
L’inizio – delicatissimo – del processo di scrittura implica, ovviamente, lo scrivere.
E per scrivere dovete dedicare tempo alla scrittura. Scrivere, e nient’altro: niente Facebook, Twitter, email, websurfing, sms…
Scrivere, soli con i propri pensieri.
Questo almeno per gli inizi. Magari potrete scoprire che riuscite a lavorare meglio con qualcuno attorno a voi, o ascoltando musica, e comunque con l’idea di inserire lo scrivere nel flusso della quotidianità. Va benissimo, ma non all’inizio.
Da qualche parte si deve pur cominciare e la mia esperienza mi dice che quell’inizio deve essere uno spazio tranquillo, solitario, dove potersi confrontare con la pagina bianca (o lo schermo) e percepirne la paura che suscita, iniziando a scrivere nonostante quella stessa paura.
Un’altra cosa imparata con l’esperienza è che agli inizi stabilire una routine è molto utile.
Ed è così che entra in scena il Contratto.
Regole per scrivere un libro: perché impegnarsi con un “Contratto”
Messo per scritto o meno, il Contratto è un patto con voi stessi riguardo al fatto che dedicherete del tempo – ore o giorni (ma dovete indicarli esplicitamente) ogni settimana, tutte le settimane, per riempire delle pagine.
Funzionerà solo se volete davvero scrivere .
Molti aspiranti scrittori con cui mi sono confrontata sono in disaccordo con me su questo punto.
Perché non è facile trovare il tempo, perché un “contratto” non è certamente qualcosa da associare allo spirito artistico – magari meglio definirlo “appuntamento”?
Potreste, certo.
Ma quando il primo appuntamento è un disastro non vi presenterete al secondo:
no, grazie
e ne farete a meno.
Invece con il Contratto vi assumete un impegno e se la prima volta non va come sperato andrà meglio la seconda volta, o la terza, e si cominceranno a vedere progressi: perché se continuate a insistere la scrittura arriva.
Le regole per scrivere un libro tra possibile e impossibile
Qualche giorno fa ho letto una frase di Doris Lessing: sto parafrasando, ma il senso era questo:
Se vuoi veramente fare qualcosa fallo adesso: perché le condizioni saranno sempre, comunque, impossibili.
Quindi smettetela di aspettare il momento perfetto per iniziare a scrivere un poema / romanzo /storia / biografia / sceneggiatura.
Il momento perfetto è adesso.
Il Critico Interiore
E nelle primissime fasi è utile anche ricordarsi di bandire il “Critico Interiore” che abbiamo: lasciatelo fuori dalla porta, possibilmente al freddo, senza cibo né acqua.
Il “Critico Interiore” non ha un posto nella vostra testa o al vostro fianco in questa fase: è solo una voce velenosa che continua a dire che quanto avete scritto non va bene, che voi non siete abbastanza bravi e che, comunque, chi vi credete di essere per diventare uno scrittore?
Ancora, l’esperienza mi ha insegnato che il “Critico Interiore” non può essere ucciso ma agli inizi deve essere davvero bandito, così da scrivere la prima stesura in pace, tra errori e imperfezioni.
Perché errori e imperfezioni sono nella natura della prima bozza.
E tutta la scrittura è riscrittura.
Fatemi sapere che cosa ne pensate – il vostro feedback è ben accetto!
Catherine
Foto: Noel Hillis
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CONTATTO: catherine@catherinedunneauthor.com
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